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Callejon e Hamsik: al primo la fascia destra, al secondo quella da capitano

L’oro di Napoli. I preziosi. Quelli che non hanno prezzo o quasi. E che pure il mondiale l’hanno visto soltanto in tv. E allora già in campo e da una settimana. Per il Napoli. Freschi, rilassati e tra un po’ anche pronti. Da Champions League subito. José Maria Callejon e Marek Hamsik. Niente Brasile. Solo Napoli, solo il club. Lo spagnolo tagliato dalla Spagna, Marek neanche qualificato. Per il Napoli alla fine è meglio così. Hanno sofferto. Avevano fatto di tutto per esserci.

ESCLUSO. Callejon sbalorditivo per tutti o quasi. Solo Benitez sapeva già tutto. «Farà venti gol» . Detto, fatti. Precisi. Netti. Senza necessità di arrotondare. Del Bosque l’ha seguito, monitorato, allertato e poi snobbato: si sarà probabilmente pentito. Pure Hamsik sognava Rio. Un mondiale da capitano. La Slovacchia è però lui e poco altro. Difficile provarci davvero. Il Napoli, quindi. Solo il Napoli. Pure se il mercato insiste, inquieta e costringe alle barricate. Callejon ha la fila. Il Barcellona l’ha lusingato, l’Atletico Madrid stressa. Piace lui e anche Behrami. «Ma non si tocca, tranquilli. Callejon me l’hanno chiesto in tanti. Però resta a Napoli» . De Laurentiis un punto esclamativo.

ELIMINATO. Destini paralleli. Hamsik, il suo, l’ha scelto da un po’. Ha voluto Napoli, il progetto e la città. E’ per il sentimento. E’ stato lui il più giovane capitano della storia azzurra: mai nessuno aveva messo la fascia alla sua età. Seppur, allora, occasionalmente. Ha tutti i record potenzialmente nel mirino: gol, presenze e obiettivi. S’è sposato due volte, “bigamo” per amore. Il Napoli è suo dal 2007 e per altri tre anni almeno ancora. Alla moglie Martina ha invece detto “sì” qualche giorno fa coi due scugnizzi Christian e Lucas come pagetti. Doveva andare in luna di miele, sarà oggi a Dimaro: fascia al braccio e fede al dito, l’attaccamento è totale. Non c’è tempo da perdere.

CRESCITA. Callejon e Hamsik, il meglio che c’è per la trequarti. Da una settimana giro di doppie sedute tutti i giorni o quasi. Corsa, fatica, sudore e i primi test per misurare forza e salute. Callejon una scheggia subito. S’è allenato anche in vacanza. Umiltà e perseveranza. Da ragazzetto aiutava i genitori al banco di frutta. Conosce il sacrificio e non s’è montato la testa. Giocava nel Real Madrid e andava a fare ancora lo scrutatore per le elezioni a Motril dove è nato. Poi s’è fatto grande e Mourinho ad ogni gol gli saltava sulla schiena. Storie. Ognuno ha la sua. Hamsik va già deciso. E’ carico, smanioso, concentrato. Vuole tornare se stesso. Ritrovarsi. Dimostrare anche a Benitez chi è davvero. Un anno tormentato. L’infortunio più lungo da quando gioca. E poi la sensazione di non essere atleticamente mai davvero al top. Era partito fortissimo, lanciato: quattro gol in due giornate, sei nelle prime dieci. Poi s’è perso, smarrito e da lì anche calciare un rigore è diventato un tormento. La posizione in campo una variabile ulteriore. Là davanti, dietro il centravanti, non aveva mai giocato. E un po’ ha sofferto. Però pure Hamsik sa che se sta bene, fa la differenza ovunque. E questo è il suo assillo.

CLASSE. Questione di qualità, e loro ne hanno. Ne hanno tanta entrambi. Callejon e Hamsik i titolarissimi del Napoli che verrà. Il mercato è fatto anche delle loro certezze. Michu, in arrivo, è solo l’alternativa allo slovacco; a destra, invece, per ora, un altro neppure c’è. Si adatta Mertens e ci va Insigne. Entrambi destri ormai abituati a giocare dall’altro lato. Callejon è il padrone. A lui la fascia destra. Ad Hamsik quella da capitano.

Corriere dello Sport

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