Finale Mondiali: le pagelle di Germania-Argentina
GERMANIA
Neuer 8 – Domina l’area sulle palle alte ed è un’altra volta preziosissimo nel ruolo di libero aggiunto. Sicuro e sempre concentrato dà sicurezza a tutta la squadra. In questo momento è probabilmente il miglior portiere al mondo. Di certo il più completo e moderno.
Lahm 7 – Più che un esterno di difesa, un centrocampista aggiunto. Gioca costantemente in appoggio a Müller con il quale costruisce le azioni migliori della Germania. La sua esperienza, unita all’abitudine a giocare partite così “pesanti”, lo rendono imprescindibile e preziosissimo.
Boateng 7,5 – Con le buone e con le cattive, soprattutto con le cattive, concede poco niente agli attaccanti argentini. Gli scappa via una sola volta Messi, ma gli gira bene. Al 40′, in compenso, il suo intervento sulla linea, a Neuer battuto, su carambola di Lavezzi, è decisivo.
Hummels 6,5 – Come Boateng chiude la porta in faccia a Higuain e, centralmente, non lascia passare uno spillo. Sempre bello da vedere, per l’eleganza e la capacità di comandare la difesa. In difficoltà una sola volta e solo contro Messi. Nel primo supplementare l’unico errore: Palacio, che evidentemente non si aspettava il liscio, non ne approfitta e lo grazia.
Howedes 5,5 – Fatica in fase difensiva perché Lavezzi lo punta in velocità e il passo è decisamente diverso. Al 47′ colpisce il palo di testa su angolo.
Kramer 6 – Sostituisce in extremis l’infortunato Khedira, ma una spallata in pieno volto lo mette ko dopo una ventina di minuti. Prova a restare in campo stringendo i denti ma la botta si fa sentire e lo costringe al forfait
dal 31′ Schürrle 6,5 – Disastroso fino al 113′, quando riesce finalmente a saltare l’uomo sulla sinistra e a regalare il match ball a Goetze. Tanto basta a cancellare due occasione enormi fallite e una gara tutto sommato grigia.
Schweinsteiger 6,5 – Come Lahm mette in campo tutta la sua esperienza e garantisce alla Germania lucidità nell’impostazione della manovra. Gioca molto basso e non si fa mai vedere al tiro, ma contrasta e riparte sempre con intelligenza.
Kroos 6 – La sua partita comincia con il retropassaggio clamoroso che per poco non permette a Higuain di mettere la firma sulla finale. Un episodio, certo, ma anche la fotografia della sua notte a Rio. Rispetto alla semifinale contro il Brasile, dov’era sembrato un’iradiddio, sembra il fratello brocco di se stesso. Al 43′, ben servito al limite, calcia malissimo su Romero. Per il resto molto impegno e pochissima qualità.
Müller 6,5 – Sarà anche sgraziato, brutto da vedere, impossibile da decifrare come calciatore. Non è un centravanti, ma ha segnato la bellezza di dieci gol in due Mondiali. Non è un trequartista ma dai suoi piedi arrivano sempre le palle migliori per i compagni. E’ il vero uomo in più della nazionale di Loew. Con Lahm fa impazzire Rojo. A destra o a sinistra con la stessa efficacia: da una fascia il servizio a Schurrle al 37′. Dall’altra il cross non sfruttato da Klose.
Özil 5,5 – Era stato tra i peggiori nel trionfo di Belo Horizonte contro il Brasile ed è stato tra i peggiori della Germania anche questa volta. Fatica a trovare la posizione tra le linee e, di fatto, finisce per non essere né centrocampista né attaccante. A dieci minuti dalla fine scappa via a destra e serve a Kroos un pallone d’oro. E’ il solo guizzo del suo match, ma il compagno non lo sfrutta.
dal 120′ Mertesacker sv
Klose 6 – D’accordo non segna e al 44′ è in ritardo su un passaggio al bacio di Müller. Però ogni volta che la palla passa dalle sue parti dà sempre la sensazione di poter essere pericoloso e la sua presenza basta da sola a tenere in apprensione Garay e Demichelis. Giocatore immortale, non per nulla miglior marcatore di sempre ai Mondiali, feroce e umile. Rincorre gli avversari fin quasi nell’area della Germania contrastando tutti. Esce stremato, e tra gli applausi, a due minuti dai tempi regolamentari.
Dal 43′ st Goetze 7,5 – Decide il Mondiale praticamente con l’unico pallone toccato sfruttando un cross finalmente perfetto di Schurrle a sette minuti dalla fine. Il controllo e il tiro sull’uscita di Romero – complice l’amnesia di Demichelis e Garay – sono deliziosi.
All. Loew 8 – E’ il grande vincitore, l’uomo che ha costruito nel tempo questa squadra e l’ha portata in cima al mondo. Il Mondiale è tutto suo, perché la Germania è una squadra di buona qualità ma senza grandissimi talenti. Non ha un Messi e nemmeno un Neymar, ma ha gioco ed equilbrio.
ARGENTINA
Romero 6,5 – Ancora preziosissimo, ancora bravissimo e, per come l’avevamo conosciuto in Italia, incredibilmente decisivo. Sempre bravo, un paio di volte su Schurrle, un’altra su Kross. Attento in uscita, anche scorbutico con quel gambone sempre alto che fa arrabbiare i tedeschi. Ma deciso come conviene a un portiere. Non può nulla su Goetze.
Zabaleta 6 – Gli scappa via Müller una volta e sono guai grossi dalle parti di Romero. Per il resto, però, se la cava benissimo contro Schurrle e Kroos. Concreto, mai elegante, ma duro. Insignificante in fase offensiva, ma quello non è decisamente il suo pane.
Demichelis 5,5 – Perfetto o quasi fino al gol di Goetze quando, però, divide colpe enormi e imperdonabili con Garay. Il cross di Schurrle lo sorprende e lo scavalca. Garay non chiude la diagonale e il Mondiale finisce così. Prima del gol tedesco era stato quasi impeccabile.
Garay 5,5 – Come Demichelis rovina una partita più che positiva sbagliando la chiusura su Goetze in occasione del gol che decide il Mondiale.
Rojo 5 – Dalla sua parte arrivano come treni Müller e Lahm e tanto basterebbe a rendere difficile la serata a chiunque. Se a questo si aggiunge che non c’è un solo compagno che gli vada in soccorso, è facile capire come fosse onestamente impossibile il suo compito. Cerca di limitare i danni, ma va in difficoltà ogni volta che viene puntato e raddoppiato. Per ovvii motivi non supera la metà campo avversaria praticamente mai.
Biglia 6 – Partita onesta, ma abbastanza insignificante. Dovrebbe far girare la squadra e dettare i tempi, ma si limita al compitino senza mai farsi scappare una giocata più difficile di un passaggio a un metro.
Mascherano 7 – Nettamente il migliore dell’Argentina, per la lucidità con cui tiene stretti i reparti e si occupa di tutte le fasi di gioco. Contrasta, si prende un giallo necessario per fermare un contropiede pericoloso, rilancia e segue l’azione fino sulla trequarti. E’ l’anima dell’Albiceleste, faro di una mediana dove la qualità è pochissima e serve cervello. Il suo, appunto.
Lavezzi 7 – Ha un passo decisamente diverso rispetto a Howedes e ogni volta che lo punta lo mette in difficoltà. Al 29′ trova il varco giusto per servire Higuain, ma il Pipita è pizzicato in fuorigioco. A inizio ripresa Sabella lo richiama in panchina per inserire Aguero nella speranza di garantire maggiore profondità all’azione dell’Albiceleste
dal 1′ st Aguero 5 – Si sbatte, corre, litiga, ma non tira mai. E dato che sulla carta di identità ci sarebbe scritto centravanti, evidentemente qualcosa non va.
Messi 4 – Un lampo, che porta al salvataggio sulla linea di Boateng, e nulla più. Doveva essere la sua partita, la sua finale, il giorno in cui raccogliere, finalmente, l’eredità di Maradona. Ma Maradona incideva sempre, era sempre nel match. Messi, invece, passeggia per il campo e si muove solo e soltanto con la palla tra i piedi. Quando la prende, ovviamente, la Germania lo aspetta e lo raddoppia riducendo a zero il suo spazio vitale.
Perez 5,5 – Se ne sta stretto alla sinistra di Mascherano cercando di chiudere i varchi al centrocampo tedesco, qualitativamente di un altro livello, e per la verità sotto questo aspetto la sua partita è quasi impeccabile. In fase di costruzione, però, è di una mediocrità imbarazzante.
dal 41′ st Gago 5 – Al posto di Perez mette quantità e pochissima qualità.
Higuain 5 – Il Pipita è il vero grande assente della partita. Al 20′ Kroos lo libera a tu per tu con Neuer con uno sciagurato retropassaggio, lui ci pensa un po’ su, aspetta il rimbalzo del pallone – invece di controllarlo e filare verso la porta avversaria – e alla fine sparacchia a lato. E’ l’occasione più grande e importante della partita, di quelle che capitano una sola volta nella vita. Ma niente. Non ci siamo. Al 29′ Lavezzi gli concede il bis: lui infila, corre a esultare come un pazzo ma sbatte contro la bandierina del guardalinee. Fuorigioco, fuori partita. E, al 77′, richiamato da Sabella in panchina. Fuori, ovviamente.
dal 32′ st Palacio 5 – Entra per Higuain e, come Higuain, spedisce alle ortiche un’occasione grande così di portarsi a casa la Coppa. Non sfrutta il liscio di Hummels e non trova la porta con un pallonetto ravvicinato debole e poco convinto.
All. Sabella 5 – Nazionale Messidipendente e che da Messi è stata tradita proprio nella partita più importante. Ci prova in tutti i modi, inserendo prima Aguero e poi Palacio, ma sbaglia a tirare fuori Lavezzi.