Indigeno, 50 anni, ex-difensore: ecco il ct Mondiale ideale
Il Felipao Scolari che vinse il Mondiale con il Brasile nel 2002 soddisfa tutte le condizioni del profilo dell’allenatore-tipo. Certo, poter contare anche su un paio di Fenomeni aiuta… (Foto Getty)
L’identikit dell’allenatore campione del mondo è tracciato: guida la Nazionale del proprio Paese, ha maturato la giusta esperienza e impiega in media 5 anni per trionfare. Tra Loew e Sabella quello che si avvicina di più è…
AAA Cercasi ct vincente. Cinquant’anni compiuti, ex-calciatore (preferibilmente difensore) e una discreta esperienza in panchina. E’ gradita la conoscenza di una lingua: quella dei giocatori che allena. Se il vostro profilo coincide con questo, dovreste mandare un curriculum candidandovi alla panchina della Nazionale: potreste essere il ritratto del perfetto allenatore che vince un Mondiale.
E’ ciò che emerge analizzando la figura del Ct dal Dopoguerra a oggi, da quel Juan Lopez Fontana responsabile del Maracanazo a Vicente del Bosque, fino a domenica sera ancora Campione in carica con la sua Spagna.
Testa da difensore – Sedici allenatori in tutto, quasi tutti ex-giocatori (solo il brasiliano Parreira scelse subito la strada della panchina, mentre il suo connazionale Feola giocò soltanto a bassi livelli), in molti casi difensori. Gli italiani Lippi e Bearzot, l’immenso Beckenbauer, l’inglese Ramsey e Felipe Scolari insegnano che una squadra campione del mondo si costruisce partendo dalla base. Curioso notare poi come un solo Ct brasiliano che ha portato la Seleçao al titolo fosse un attaccante: Mario Zagallo, che con Beckenbauer condivide l’invidiabile esperienza di aver sollevato la coppa sia da giocatore che da allenatore.
50enne esperto – Significativo anche il dato relativo all’età ideale per condurre un gruppo alla vittoria. Se Ramsey aveva 46 anni quando fece felice l’Inghilterra e Zagallo (Mondiale 1970) e Menotti (1978) dovevano ancora compiere 40 anni quando guidarono Brasile e Argentina, negli ultimi vent’anni l’età media del Ct campione si è alzata. Tutti sopra i 50, Parreira (Brasile 1994, 51 anni), Jaquet (Francia 1998, 56 anni), Scolari (Brasile 2002, 53 anni), quasi sessantenni Lippi (58) e Del Bosque (59).
5 anni e poi vinci – Non esiste un allenatore vincente non “indigeno” (Capello, insomma, partiva senza speranze alla guida della Russia), mentre la variabile esperienza è appunto molto “variabile”. Lippi e Del Bosque vinsero dopo un biennio da Ct, i tedeschi Herberger e Schoen regalarono alla Germania i Mondiali del ’54 e del ’74 rispettivamente dopo 18 e 10 anni di panchina (ah, la paziente programmazione dei tedeschi!). Bearzot, caso più unico che raro nel panorama italiano, raccolse invece dopo 7 anni di semina. La media è di 5 anni sulla panchina della Nazionale.
Loew o Sabella? – Bene: l’identikit è tracciato. Non resta che vedere chi, tra Loew e Sabella ci si avvicini maggiormente. Entrambi ex-giocatori, ma nessuno dei due difensore: zero a zero. Il 54enne Joachim è più vicino alla media dei suoi predecessori per quanto riguarda l’età, ma il quasi 60enne Alejandro si colloca meglio nella corrente che ultimamente premia i tecnici più maturi. Uno a uno, palla al centro. Valutiamo allora le esperienze pregresse: Sabella ha preso in mano l’Argentina da 3 anni: pochi. Loew, al terzo Mondiale di fila, da 8: troppi. Stai a vedere che a decidere per loro saranno i colpi di Mueller o Messi.
Fonte: Sky