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Il Mondiale dei viziati, quando i soldi contano più della passione

Il Mondiale dei Mondiali lo ha definito Sky. Gli amici della TV satellitare forse hanno dimenticato Espana ’82, quello messicano,  quello americano, le notti magiche, quello tedesco… In vero, questo Mondiale, appena più decente di quello sudafricano dimostra un fatto ormai incontrovertibile. Non è più il calcio delle nazionali. O quantomeno di quelle più potenti. Non è più il calcio della passione, ormai comandano solo i soldi degli sponsor che a loro volta condizionano tutti: tv e calciatori, soprattutto quelli più in mostra. Le nazionale ormai sono diventate per i calciatori più forti una scocciatura e un’insidia per il rischio infortuni. Il club li paga, il club prima di tutto. Basti pensari alle nazionali che rappresentano i campionati più ricchi come Inghilterra, Spagna e Italia la fine che hanno fatto in Brasile. La Germania si è salvata contro il Ghana grazie a nonno Klose. Le nazionali con questo andazzo andranno sempre più a perdere di importanza. A sgonfiarsi, come la passione dei tifosi. I campionissimi, i calciatori più pagati non hanno più voglia di correre, di impegnarsi, di rischiare la gamba per la propria rappresentativa. Soprattutto in questo Mondiale sudamericano con orari assurdi imposti dai grandi sponsor dove si muore dal caldo, si soffoca per l’afa, si rischia il collasso per l’umidità. Chi vincerà un Mondiale così? No la più forte. Ma la più motivata. La più affamata. La meglio preparata sul piano atletico. Il Mondiale dei corridori, degli atleti, di chi vuole arrivare, di chi ha fame. Certo non dei viziati e signorini ‘grandi firme’. Quale allora il Mondiale dei Mondiali? Direi quello di Espana ’82 che, a parte i nostri, annoverava campionissimi veri come Maradona, i brasiliani Zico, Falcao, Junior ecc; Platini, Rumenigge, Boniek, Lato, Blochin, Rabah Madjer. Questo al massimo può essere il Mondiale dei viziati! Che nostalgia del calcio degli anni ’80…

di Vincenzo Letizia

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