Ciro tocca a te: Prandelli con Immobile-Balo per togliersi dagli Uru…guay
La formazione che domani affronterà l’Uruguay è nata alle 12.30 di ieri quando Prandelli ha riunito la squadra a centrocampo per un breve discorso, le riserve sono uscite e undici azzurri si sono distribuiti sul prato dello Stadio Abc «Maria Lamas Farache» di Natal. Buffon ha preso posto tra i pali; Barzagli, Bonucci e Chiellini si sono allineati al limite dell’area come fanno alla Juve; Pirlo si è piantato davanti a loro, vertice di un triangolo composto da Verratti e Marchisio, leggermente defilati ai suoi fianchi. Darmian e De Sciglio si sono allargati in fascia, mentre Immobile e Balotelli si sono incamminati insieme verso l’attacco. Eccola la rivoluzione annunciata: 3-5-2. Con Ciro Immobile, l’uomo nuovo, spinto da tutta Italia, che ha la grande occasione per recitare la parte di tutti gli Schillaci della nostra storia. Di sicuro immetterà energie fresche e motivazioni feroci mancate contro Costa Rica. Il c.t. poi ha provato altro (Cassano) e si riserva ancora qualche dubbio, ma la prima idea è questa.
Messaggio Non è stata solo la gastralgia, che ha debilitato ulteriormente lo stanco Candreva, a suggerire a Prandelli l’opzione più offensiva. La scelta della seconda punta è anche un preciso messaggio al cuore della squadra, cui ieri il c.t. ha parlato a lungo, anche a inizio seduta, sollecitando il senso di responsabilità e di appartenenza nel momento più delicato del Mondiale, evocando lo spirito di sacrificio e di squadra che questa Nazionale ha sfoggiato spesso. Pirlo e Verratti più due punte significa una mission precisa: scendiamo in campo per comandare e attaccare, non per gestire il pareggio che ci porterebbe agli ottavi. Cavani e Suarez fanno paura? Invece di pensare solo a ingabbiarli, rilanciamo con la nostra coppia, Balo e Ciro, e andiamo a vedere.
Scelta logica Un azzardo inutile, dato che sarà più importante non prendere gol che farne? No, una scelta logica perché l’Uruguay è soprattutto Suarez e Cavani. Il miglior modo per disinnescarli non è barricarsi davanti a Buffon, dove il Pistolero e il Matador sono letali, ma spingere la palla lontana, verso Muslera. L’Uruguay ce lo permetterà, perché non verrà a pressarci subito e ci lascerà il pallino in mano. Con l’Inghilterra ha registrato un misero 37,5% di possesso e un baricentro di oltre dieci metri più basso di quello inglese (43,3-54,2). Le palle perse (155) e la modesta percentuale di passaggi esatti, 63,8% (contro gli inglesi noi arrivammo a 93,2) raccontano la poca qualità della Celeste. Più che giocare, lancia. Presidia in basso e lancia in alto i due fenomeni. Non a caso è una delle squadre più lunghe del Mondiale.
Cercare le fasce Per queste ragioni è logico andare ad attaccare i limiti della difesa e del centrocampo dell’Uruguay piuttosto che cercare solo di arginare l’altissima qualità di Cavani e Suarez che troveranno un solido muro di tre uomini davanti alla porta. Il Pistolero, appena recuperato, non può permettersi di sprecare energie nel pressing. Cavani lo fa, ma d’istinto, in genere nella zona in cui perde palla. Lodeiro, in zona da trequartista, si occuperà di pestare i piedi a Pirlo, ma Verratti e Bonucci potranno sostituirlo nell’impostazione. Il resto dell’Uruguay si ricompatterà subito dietro. Non subiremo insomma un’aggressione di massa e avremo la libertà d’impostazione che la Costa Rica ci ha negato. Se la palla scivolerà veloce sulle fasce, Darmian e De Sciglio potranno galoppare lontano perché il centrocampo a tre della nazionale Celeste fatica a ricoprire il campo in orizzontale.
Ciro&Mario E più passerà il tempo, più l’Uruguay sarà nella necessità di avanzare e concederà gli spazi che attendono Immobile e Balotelli. Come si muoveranno i due? Ieri nelle prove di circolazione della palla, a squadra schierata sul campo, uno veniva, l’altro andava; uno accorciava sul portatore offrendo la sponda, l’altro attaccava la profondità correndo verso la porta. Cosa che Ciro fa più volentieri e più istintivamente di Mario. Il soccorso di Immobile aiuterà Balotelli che anche al Milan ama trovarsi un compagno accanto per liberare il tiro. Abbiamo preparato la partita per vincerla. È il modo migliore per non perderla.
La Gazzetta dello Sport