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Taglialatela: “Reina è un’arma in più per il Napoli, spero rimanga”

Si scrive Taglialatela ma si legge subito Batman. E’ una cosa immediata, come il pulsante che accende la luce all’istante. Che anzi attiva un fascio di luce proiettato dalla porta al cielo con alla sommità il logo dell’uomo pipistrello, impresso con maestria anche sulle maglie-cult da lui disegnate, numerate e registrate. Un avviso ai naviganti e soprattutto ai rigoristi, un chiaro segnale di stop agli specialisti dagli undici metri, visto che quella di neutralizzare i penalty era la non sempre comune pregevolezza di Giuseppe Taglialatela, detto anche Pino.

C’è una preziosa eredità da raccogliere, potrebbe farlo suo figlio Luca?

«Sono fiducioso. I mezzi non gli mancano. E, non a caso, è arrivata pure la convocazione di Bertotto per la nazionale Under 18. Un’annata fondamentale per lui nell’Ischia: è cresciuto molto al seguito di un portiere esperto come Mennella, e sotto l’occhio vigile di mister Antonio Porta, riuscito nell’impresa di approdare in lega unica con molti giovani. Luca è riuscito anche a fare due presenze in prima squadra dopo aver compiuto 19 anni, giocando una prima metà di stagione nella Berretti».

Gli faccia pure da sponsor, ricorda il papà?

«In qualcosa sì, però se dovessi paragonarlo a qualcuno degli attuali, sempre con le dovute proporzioni, direi che mi ricorda un po’ Casillas. Che ha pure un po’ la nostra altezza, sui 184 centimetri, accompagnata da senso di posizione e agilità».

Ecco, restando in tema, ma allora di Reina che ne sarà?

«Spero con tutto il mio cuore che alla fine possa scegliere di restare. Sarebbe una grave perdita, Pepe è un’arma in più per il Napoli, s’è visto. Piedi sopraffini, gran reattività, e per giunta figura carismatica. Troppo intonato alla maglia per perderlo. Vero è che costa tantissimo e che si arriverebbe ad una battaglia col Liverpool per riaverlo, ma penso a riguardo che lui e la società dovrebbero provare ad incontrarsi a metà strada. Perché c’è anche da mettere in conto che lo spagnolo, dopo due annate in chiaroscuro, qui da noi ha riacquisito in toto gioia e fiducia. Insomma è rinato, in un ambiente che ha subito mostrato di apprezzare e che evidentemente ne esalta le qualità».

E se non dovesse più fare ritorno?

«Beh, allora resterebbero Rafael ed Andujar. Sul brasiliano nulla da eccepire. Anzi, nonostante la sua giovane età ed il cambio di continente legato a quello completo di lingua ed abitudini, ha molto presto fatto intendere di essere un portiere di spessore e prospettiva. Peccato per l’infortunio nel pieno della stagione, contro lo Swansea in Europa League. Ne so qualcosa pure io, perché ne patii uno simile, solo che riguardava il legamento posteriore del ginocchio. E non vi fu bisogno d’intervenire chirurgicamente come invece è stato costretto a fare Rafael. Concordo con lui: tornerà anche più forte di prima e potrebbe diventare anche una prima scelta. Avendo al fianco un portiere abile e navigato come Andujar, la cui brutta annata a Catania per me non fa testo».

Ma c’è poi la difesa, quella dei quattro, quella che spesso non ha offerto adeguate garanzie. Facciamo allora il gioco del mercato, lei cosa farebbe e chi sceglierebbe?

«C’è bisogno d’intervenire, certo, e non mi sento di fare nomi. Anche perché Benitez avrà già richiesto quelli che possono fare al caso. Per me ce ne vorrebbero due: un centrale di assoluto valore ed esperienza, visto che è stato preso il giovane Koulibaly, e poi un buon interprete di fascia da aggiungere a Zuniga, Ghoulam, Mesto e al preziosissimo jolly Henrique cheha dimostrato di saper giocare in più posizioni, tra difesa e centrocampo. Tanto più se, come pare, Maggio dovesse partire. Ma il discorso è pure un altro. Assieme alla difesa va rinforzato il centrocampo, perché i due reparti sono interdipendenti. Peccato per Mascherano, sarebbe stato l’uomo ideale, la vera quadratura del cerchio. Ben venga allora Gonalons, visto che già se ne parla da parecchio, ad elevare il tasso tecnico, che con Inler e Jorginho già non è male».

Rimpianti per il probabile addio di Behrami?

«E’ un combattente nato, ma se vuole cambiare aria inutile provare a trattenerlo controvoglia. Ce ne sono altri in giro».

Chi ad esempio?

«Tanti, ripeto nomi non ne faccio, ma già Gonalons potrebbe essere una scommessa azzeccata. E poi Benitez, manager di assoluto rilievo, s’è già superato propiziando gli acquisti di Callejon e Mertens, a dir poco sorprendenti, visto il loro rendimento alla loro prima stagione nel Napoli. Ma anche per aver fatto crescere Insigne, consegnandolo a Prandelli nella migliore versione. Ecco, Lorenzo potrebbe diventare un leader nel Napoli futuro. I segnali ci sono, lo stesso ct della nazionale è stato colpito dalla sua maturità. Così l’attacco del Napoli per me è già a posto».

Sta per partire il Capri Vip Champions, farà gli onori di casa?

«Sì, da giovedì 12 a domenica 15. Da buon vicino d’isola avrò un ruolo di ds, e vorrei segnalare i tanti ospiti di rilievo, tra cui Stendardo, Dodò, Bonaventura, Paloschi, Vieri, Rastelli e la Pellegrini».

De Laurentiis vorrebbe creare delle sinergie con un club di Lega Pro dove svezzare anche i giovani talenti. E se fosse il suo Ischia?

«Sarebbe una gran cosa. Anzi, in questo periodo mi sto prodigando per trovare possibili acquirenti. C’è bisogno di una fidejussione per la prossima iscrizione, e noi abbiamo ancora uno sponsor assicurato per altri tre anni. Chi è interessato si faccia pure avanti».

Corriere dello Sport

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