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Albiol: “Qui a Napoli ho trovato l’ambiente giusto per rilanciarmi. Grazie Rafa”

NO PROBLEM. Poi è accaduto e la Storia è diventata ancora più Real, perché ci sono date che restano e appuntamenti che rimangono scolpiti nel marmo e la Champions che osserva il cielo di Lisbona è un fotogramma per l’eternità, non certo un rimpianto per chi appena dodici mesi fa scelse di emigrare. Vedi Napoli e poi torni Albiol, con il sacro fuoco che ti scalda, con una tentazione che ti afferra, con una coppa Italia che mira alle stelle di Roma e che basta ad appagar l’io più nascosto. «Io sono felice per il Real Madrid e per tutti i miei compagni e nessuno può negare che alzare la Champions sarebbe stato elettrizzante. Ma non ho alcun rimorso, ho scelto di andar via per cercare, anzi per trovare nuove motivazioni che ho scoperto a Napoli».

GRAZIE RAFA. Cominciò proprio così, analizzandosi: perché Albiol, mondiali ed europei con la Spagna, una bacheca ricca di trofei, voleva altro; voleva la dimensione naturale per le proprie aspirazioni, una piazza da conquistare giocandosela alla pari: «Ho semplicemente trovato l’ambiente giusto nel quale esprimermi e realizzarmi ancora. E di questo devo dir grazie a Rafa Benitez. Non cercavo un posto per poter restare in competizione per il Mondiale, non fu questa la molla. Ma il desiderio di avvertire sensazioni che temevo avessi perduto. E invece….».

NAPOLI E’. L’anno di Albiol è denso di vibrazioni: la scoperta di Napoli, i tre mesi della Champions, un rendimento elevatissimo, la coppa Italia vinta a Roma, la qualificazione con il terzo posto al preliminare nell’Europa che conta e poi il Brasile. Ma tutto è cominciato nel luglio del 2013, con un dubbio spazzato via senza esitazioni: addio Real Madrid, l’aspettava Napol. «Io avevo la necessità di sentirmi quello che sono sempre stato e quando è arrivata la proposta del Napoli, ho capito che era quella giusta. L’ho intuito dall’approccio e posso soltanto confermare che con la maglia azzurra ho semplicemente avuto tutto quello che desideravo». Ecco por qué.

Corriere dello Sport
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