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Corbo: “Campagna acquisti nelle mani di Rafa: questo rende ADL sereno. A Mazzarri piaceva volare basso..”

Ho letto gli ultimi interventi. Li attraversa una strisciante delusione. Non devo giustificare l’assenza di aggressività nelle domande, ma volentieri la spiego.
Con Aurelio De Laurentiis il tono doveva essere da salotto garbato, come gli altri 79 di “Repubblica delle Idee”. Il palco non è un ring, l’ospite non un bersaglio, ma un personaggio che ha avuto la cortesia di accettare l’invito. Chi lo intervista deve aiutarlo a rivelare quello che pensa, i suoi progetti, qualche eventuale rimpianto.
So bene che molti avrebbero voluto cogliere l’opportunità per scaricare rimproveri e pregiudizi. Non era questo il nostro ruolo, né il mio stile.
Il Graffio ha un tono spesso critico, confidenzialmente aggressivo, ma sempre rispettoso.
Sul palco di Piazza del Gesù, nella doverosa cordialità dell’incontro, dovevo mettere De Laurentiis a sua agio perché rivelasse qualcosa di nuovo e interessante. Non avevo portato il presidente del Napoli su un patibolo ma al centro di una piazza perché parlasse senza la gelida fretta dei tempi televisivi.
“Iam Naples” ha raccolto in forma schematica ma completa l’incontro. Mi sembra tra i più attenti nel resoconto. Persino il progetto di acquistare una squadra satellite in C piuttosto che creare un vero settore giovanile mi è parsa una idea interessante.
Se ha speso solo un milione per una piscina ed altre strutture a Castel Volturno può deludere chi auspica fluviali investimenti da parte del club, tipo la Cassa del Mezzogiorno di una volta. Si può far bene, anche se si spende il giusto.
Dalle osservazioni mi sembra di capire che ai tifosi interessi quanto spenda De Laurentiis, non come spenda. Mi ha colpito anche un signore che con altri anziani amici ha atteso il presidente senza incontrarlo: voleva che il Napoli restaurasse una tela in una cappella privata. Che c’entra il Napoli?
Giudicherò senza complimenti né sconti la campagna acquisti. Ma un giornalista non ha il diritto di suggerirla, né di bocciarla a futura memoria. Ha la facoltà di valutarla ma nei tempi corretti.
Bisogna attendere le notizie, i fatti certi, quindi i risultati. Visto che Lamela era solo una notizia ispirata dai mercanti? Girano troppe favole.
Ho capito però che la campagna è tutta nelle mani di Benitez. Questo rende sereno De Laurentiis. È uscito dall’incubo dei rapporti con Mazzarri. Non voglio attribuire colpe a nessuno dei due, ma quella tensione non ha certo aiutato il Napoli. L’ha corroso all’interno. Talvolta paralizzato.
Ricordo una conferenza stampa di un anno fa. Mazzarri si lasciò sfuggire che «sono stati fatti circolare dei nomi, che poi non sono arrivati».
Chi li faceva circolare? Diffondere il nome di Ivanovic, un nome impossibile, era dunque una strategia per poter dire in un secondo momento: volevo tizio, non me l’hanno dato, vado avanti con chi mi è stato dato…
Nessuno come Mazzarri era felice di volare basso.
Il reciproco rispetto tra De Laurentiis e Benitez si riflette invece in una serenità palese del presidente e nell’entusiasmo di Benitez, nel volume delle trattative avviate, nelle prospettive favorevoli.
In fase di bilancio preventivo, non si può impedire al presidente di ricordare che rientrano dal prestito molti, troppi giocatori. Sono acquisti evidentemente sbagliati. Cattivi affari. Giocatori presi per nulla, senza lungimiranza e con valutazioni inesatte. Errori che con Benitez non sono stati commessi, per fortuna.
È stata una conversazione, niente di più. Persino piacevole, confidenziale, come è d’obbligo con un ospite che si riceve in casa propria. E quel palco era casa di Repubblica, quindi casa mia.
Niente impedirà di criticare De Laurentiis in futuro. Aspettiamo che sbagli.
Meglio augurarsi che indovini, però. Lezioni dal mercato ne ha avute abbastanza. Credo che abbia imparato.
Ho visto che pronuncia con paura la parola scudetto. La teme. La evita.
Furbizia? Maturità acquisita? Spontanea ritrosia? Effetto responsabilità?
Accade a chi lo sente finalmente vicino.

Antonio Corbo Blog

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