Subito le riforme. Sul tema degli stadi e delle riforme, De Laurentiis entra in tackle con decisione. «Federcalcio matrigna» , tuona. «Una Federcalcio matrigna, da noi finanziata, e i connubi tra Lega e Figc, ci hanno portato a un calcio figlio di un dio minore a livello europeo» , attacca De Laurentiis. Sogna una A addirittura a 16 squadre: meno gare di campionato e più impegni di Champions. E sugli stadi attacca: «Così non sarà mai possibile costruirli, non ci sono fatturati sufficienti» . Auspica, invece, una riforma complessiva che consenta «ai presidenti di essere veri imprenditori e non investitori. Non come l’Inghilterra, che sta diventando preda dei cinesi, con investimenti poco chiari» . Perché, spiegherà in serata, «arabi e fondi d’investimento non sono la salvezza del calcio».
Garanzia Rafa. «Acquisti? Faremo i tre innesti previsti dall’inizio, ma le variabili sul tavolo sono tante» , promette De Laurentiis. La garanzia si chiama Benitez: «Diamo credito a un grande allenatore sul quale ho scommesso: la continuità di Benitez è la carta vincente. Abbiamo visto quanto hanno reso Mertens e Callejon. E poi abbiamo Insigne, Higuain… Se Rafa mi chiama e mi dice vieni a firmare il contratto, io prendo l’aereo e vado» .
Reina e Mascherano. Lo spunto nasce dalle domande sul futuro di Reina, trattativa che diventa paradigma delle strategie azzurre: «E’ sempre stato un portiere da noi estremamente stimato, però i contratti si fanno in due. Se c’è convergenza si trovano le soluzioni, se c’è una grande distanza tra le parti è chiaro che prevale la salute economica del club» . Un concetto ripreso più tardi a proposito di Mascherano: «Fa parte di una giusta intuizione. Non sono contro Mascherano ma se ci costa 40 milioni per tre anni allora dico di no. Poi bisogna vedere che succede a Barcellona. Perché se magari Mascherano capisce che lì non gioca più con continuità, allora le carte migliori in mano ce le ho io… Il Barcellona potrebbe anche darlo in prestito» . Preso Koulibaly – «dobbiamo solo presentarlo» -, arriverà una seconda punta e, appunto, un centrocampista. Da Mascherano si passa a Gonalons: «Me lo devono portare su un piatto d’argento. Con Aulas, presidente del Lione, non parlo più, ci ho parlato fino alla noia lo scorso inverno. I prezzi sono quelli che facciamo noi, non il Lione, altrimenti Gonalons può starsene a casa sua…» .
Corriere dello Sport