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Savoldi: «Saltai il mondiale ’74 perchè giocavo nel Napoli. Insigne? Lo porterei in Brasile»

«Dei due Mondiali ai qual non ho preso parte, quella del ’ 74 fu assolutamente l’esclusione più dolorosa. Anche se lo ammetto, fu Bearzot nel ’78 a trattarmi davvero malissimo». A 40 anni di distanza Beppe Savoldi non l’ha ancora mandata giù come racconta anche nello «Ziballone», il suo libro.

Capirà, dunque, la tensione di Insigne?
«Ovvio,andare a un campionato del mondo è la cosa più favolosa che possa capitare a un giocatore di calcio. Ma ai miei tempi non bastava far bene, essere protagonisti, segnare: contava anche la squadra in cui giocavi».
La partenza di Lorenzo per il Brasile non dipenderà certo da questo?
«Ora è tutto diverso. Credo che Prandelli deciderà in base al suo credo tattico e alle condizioni di Cassano e Rossi. Ai miei tempi era diverso…».
Cioè?
«Contavano i clan. Assistevo impotente alle convocazioni di chi giocava nella Juventus o nel Torino o nella Lazio: per mantenere gli equilibri, spesso giocavano insieme Bettega e Graziani. E non si può davvero dire che chi andava in campo al mio posto fosse meglio di me».
Ce l’ha più con Valcareggi o con Bearzot?
«Con Valcareggi fino a un certo punto: in Germania puntò al gruppo storico che in Brasile nel ’70 aveva sfiorato l’impresa, con Chinaglia, Boninsegna, Mazzola, Rivera e Riva. Io avevo vinto il titolo di capo cannoniere nel ’73 e sempre con il Bologna fatto 12 gol l’anno dopo. Ma non bastò».
Quattro anni dopo giocava nel Napoli ma in Argentina non andò lo stesso.
«Lì Bearzot fu davvero scorretto: mi fece prendere parte a una serie di ritiri pre-Mondiale, poi a febbraio si giocava al San Paolo contro la Francia e non mi diede neppure la soddisfazione di giocare con l’Italia davanti al mio pubblico».
E lei come reagì?
«Parlare con un allenatore? Ma allora mica era come adesso… Lui dava le maglie prima di una partita e basta. Dialogo davvero poco».
Insomma, lei porterebbe Insigne in Brasile?
«Io sì. Una seconda punta come lui, con la sua rapidità e con il suo dinamismo è difficile da trovare nel nostro campionato. È stato tra i protagonisti con Benitez, quindi bravo anche in termini di personalità».
Però rischia di essere beffato…
«Eh sì, beffato. È il termine giusto. Ma Prandelli starà soffrendo moltissimo nel fare le sue scelte. Anche se io uno tra Pazzini e Gilardino con me lo avrei portato».

Il Mattino

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