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De Rienzo: “Il Napoli regala 5 motivi per essere felici”

Jolanda De Rienzo, giornalista sportiva, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Cinque, come i goal segnati dagli azzurri ad una Samp agguerrita ma non all’altezza dei talentuosi uomini di Benitez. Magie in campo, un’orchestra che suona la giusta melodia, il Napoli, quando incontra una squadra che decide di giocarsela a viso aperto, regala tante soddisfazioni. Se Lorenzinho sogna, a ragione, il Mondiale, Marek ritrova il goal da quel nefasto 2 novembre. Cosa dire poi di Josè, arrivato a Dimaro con un auspicio, venti reti; ne ha siglate ben diciannove e chissà se questa profezia Beniteziana non possa avverarsi. Duvan Zapata, infine, dimostra di essere un giovane acerbo ma volenteroso, con talento e voglia di giocare, forse altrove la prossima stagione, per poi tornare ancora più forte, ad indossare la maglia azzurra. Arriva così la decima vittoria in trasferta, il primo motivo per essere felice, un record per gli azzurri. Seguono poi i novantanove goal in stagione, un attacco micidiale. Ed ancora, il terzo posto in classifica con preliminari di Champions; il Napoli, una delle teste di serie, eviterà le temibili Arsenal e Porto. È la quinta volta consecutiva che gli azzurri centrano il traguardo europeo, negli ultimi cinque anni nessuna squadra (a meno di un miracolo del Milan nell’ultima giornata) è riuscita in questo intento. Una dimostrazione di continuità e della serietà del progetto partenopeo, sempre più allettante anche per i grandi campioni d’Europa. Insomma, qui, all’ombra del Vesuvio non si scherza. La conquista della Coppa Italia poi, regala a questa stagione di crescita il sapore di vittoria. Ma la soddisfazione per una buona annata non riesce a palesarsi a pieno sui volti dei supporter partenopei. Quello che è accaduto fuori e dentro l’Olimpico è difficile da dimenticare, soprattutto se i fatti continuano a dare ragione ai disillusi. Ancora una volta offese, questa volta non solo ad una città, ma ad una famiglia, quella di Ciro. Non basta una multa per i vergognosi striscioni mostrati durante Roma – Juve, accompagnati dai soliti cori di discriminalità territoriale. Si, una multa. E nessuno s’indigna, nessuno pensa a come si sia sentita Antonella Leardi, che aveva chiesto “Non fate che a Ciro sparino un’altra volta, siate uniti, dedicate a Ciro questa partita, che sia una partita di cuore, non di violenza”. Il vero tifoso vive per supportare la propria squadra, non va allo stadio per predicare l’odio. Stiamo ancora aspettando che le cose cambino, stiamo ancora cercando di capire perché, se provoca tanta indignazione, non riceva il daspo a vita chi lancia una banana in campo durante una partita. Perché c’è violenza e violenza, razzismo e razzismo. Ci si aggrappa, allora, a quei gesti che facciano di nuovo amare il calcio, come quello di Samaras del Celtic, e la mini invasione di campo, di un bimbo, in Sudafrica, per scattare una foto con Neymar (guarda caso, tutti episodi accaduti all’estero). Il calcio non è solo uno sport: è educazione, cultura, passione…in molti penseranno “Questo calcio non mi rappresenta”. Così, anche se vengono conquistati trofei sul campo, anche se i miei beniamini si prodigano per regalarmi partite esaltanti, “Chiedetemi se sono felice”.

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