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Zuniga e la pettorina della discordia. Ma il rinnovo frena l’addio

Dodici mesi fa il nome di Juan Zuniga caldeggiava sulle prime pagine dei giornali un giorno si e l’altro pure. Nelle stagioni agli ordini di Walter Mazzarri l’esterno colombiano ha imparato a giocare su entrambe le fasce con eguale efficacia ed è diventato uno degli esterni più interessanti della Serie A.
L’ex Siena fu capace di attirare l’attenzione anche oltre i confini grazie a un contratto in scadenza nel 2014. C’era chi come la Juventus aveva messo messo sul piatto il cartellino di Alessandro Matri, chi come l’Inter si spinse fino a un’offerta di dieci milioni di euro o chi come il Barcellona gli assicurò un ruolo da protagonista in una delle squadre più forti al mondo fosse arrivato a scadenza di contratto.
Tentazioni allettanti per Zuniga, ma non per il presidente De Laurentiis che lo ha sempre ritenuto pedina fondamentale. Lo dimostrò sia la scorsa estate rispedendo al mittente tutte le offerte giunte a Castel Volturno che a fine settembre quando – dopo mesi di trattative – annunciò l’accordo per il tanto atteso rinnovo. Un nuovo contratto fino al 2018 a cifre molto alte, 3.5 milioni l’anno per evitare la sua partenza a zero euro. In pratica, una della rarissime eccezioni concesse da De Laurentiis in questi anni sul fronte ingaggi.

La firma sul nuovo contratto sembrava il classico lieto fine di una lunga telenovela. In realtà, quell’accordo fu solo l’inizio di un nuovo caso, altrettanto lungo ma meno esaltante. Oggetto della discussione l’infortunio al ginocchio che dalla sfida dell’Emirates Stadium contro l’Arsenal – andata in scena ormai più di sette mesi fa – tiene Zuniga fuori dal rettangolo verde di gioco. Un problema che il Napoli conosceva fin da inizio stagione ma con cui il colombiano, secondo lo staff sanitario, avrebbe potuto convivere fino alla pausa natalizia. Zuniga, invece, decise di sottoporsi subito a intervento chirurgico, un’operazione di routine che s’è ben presto trasformata in un calvario fatto di date fissate per il recupero e puntuali rinvii.
All’inizio il rientro era stato fissato per metà novembre, poi i primi di dicembre, Natale e via discorrendo fino ad arrivare alla Primavera. Una situazione che ha fatto saltare i nervi anche al pacato Benitez, sempre più convinto col passare delle settimane che quel recupero eccessivamente prudente era dettato da precise priorità, con la stagione a Napoli subordinata al Mondiale con la Colombia. Di fatto, il manager spagnolo ha potuto contare su Zuniga solo per sei partite: troppo poco il tempo insieme per instaurare un rapporto, troppo lunga l’assenza per non finire in sospetti e diffidenze.
Ecco perché quando martedì sera Zuniga, recuperato al 100% da almeno tre settimane, ha lanciato la pettorina dopo aver capito che nemmeno col Cagliari sarebbe tornato in campo nessuno è rimasto sorpreso. Nelle ultime tre settimane i ruoli si sono invertiti e adesso è Benitez a temporeggiare. Per il manager spagnolo il ritorno in campo di Zuniga non è prioritario, così come nessun veto c’è su una cessione da definire nelle prossime settimane. C’è da capire, però, chi alla luce di quanto accaduto da ottobre in poi vuole puntare sul colombiano. Solo un Mondiale da protagonista può cambiare le carte sul tavolo.

Tuttomercatoweb

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