Raffaella Iuliano: “L’ Italia non si accorge che c’è un ragazzo che lotta tra la vita e la morte”
Raffaella Iuliano, giornalista sportiva, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Un salto indietro di 27 anni. Quel giorno del 1987, all’Olimpico, fu proprio Salvatore Bagni, “o guerriero”, a ufficializzare la rottura del gemellaggio tra Napoletani e Romanisti. Nessuno avrebbe immaginato che quella rivalità sarebbe degenerata fino a questo punto. La finale di Coppa Italia era Fiorentina-Napoli, e io ancora non mi spiego che ci faceva un ultrà della Roma armato di pistola al passaggio dei tifosi partenopei. Non mi spiego perché tutti si concentrano su ciò che NON è successo dentro l’Olimpico, invece di preoccuparsi di ciò che è successo FUORI. Non mi spiego perché tutti si indignano per la maglia di “Genny ‘a carogna” e non per il tentato omicidio, volontario e premeditato, di Daniele De Santis. Di “Bel Paese” è rimasto solo il formaggio. L’Italia è pilotata dalla disinformazione, la deontologia professionale è un lontano ricordo per molti. Mentre il Napoli scendeva in campo per la gara col Cagliari, i media nazionali attendevano come piatto succulento la prossima pagina di cronaca nera da raccontare: scontri, incidenti, “30mila maglie per Speziale”, qualsiasi cosa, per dimostrare che Napoli è Gomorra, che il tifo partenopeo è un concentrato di delinquenti da rinchiudere. E poi? Poi accade che Napoli smentisce le attese, un evento in assetto antisommossa si rivela una semplice serata di sport: tanti bimbi allo stadio a cantare, una bellissima prestazione degli azzurri, che vincono 3-0 sul Cagliari, e sugli spalti, cori e striscioni per Ciro. Lo ha detto anche Benitez: “I tifosi sono stati perfetti”. Forse il resto d’Italia dovrebbe prendere esempio da Napoli, la regina martoriata del Sud ha dato la sua risposta, ha regalato a tutti una lezione di civiltà. C’è un ragazzo che lotta tra la vita e la morte. Silenzio. Respect”.