Zaccaria: “Difendo il Calcio Napoli a spada tratta, gestione molto seria”
Mario Zaccaria, noto giornalista sportivo e presidente USSI Campania, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Difendo a spada tratta il Calcio Napoli. Lo faccio relativamente al comportamento serio e responsabile tenuto allo stadio Olimpico la sera di sabato scorso. Se non è accaduto l’irreparabile lo si deve alla gestione accorta della situazione da parte della Società azzurra e dei suoi dirigenti, gli unici che in un contesto generale di approssimazione, impreparazione, superficialità, pressapochismo, incompetenza, latitanza, imperizia, dilettantismo, inettitudine (scusate, lo so che ce ne vorrebbero almeno un’altra dozzina, ma non mi vengono altri sostantivi che possano contribuire a rappresentare il mio sdegno per quanto ho visto), abbiano dimostrato in ogni momento di essere presenti a se stessi, di tenere i piedi ben piantati a terra e di avere il senso concreto delle cose e degli accadimenti che scorrevano davanti ai loro occhi come un thriller o forse, meglio, come un film dell’orrore. In poco più di 48 ore, dopo quello che è avvenuto, ho letto migliaia di giudizi sparati con ogni mezzo da altrettanti soloni, professionisti del commento fatto in posizione comoda, con le natiche ben poggiate su un accogliente divano, insulsi e beceri rappresentanti di ogni settore e di ogni rango sociale. Hanno particolarmente brillato in questo contesto i rappresentanti della politica i quali, notoriamente, farebbero molto meglio a tenere la bocca chiusa per sempre ed ai quali, invece, non sembra vero poter sparare idiozie a raffica ogni volta che se ne offre l’occasione. Figurarsi poi se i commenti riguardano un evento come quello di Roma, con l’impatto mediatico che ha avuto e che continuerà ad avere, fino a trascinarsi nelle immediate vicinanze delle elezioni per il Parlamento Europeo… Una vera manna per gente che se apre la bocca, anche soltanto per dare aria ai denti come quasi sempre avviene, crea tanti di quei danni che neppure uno tsunami nell’Oceano Pacifico è in grado di provocare. Ma avete sentito o letto le dichiarazioni delle miriadi di scienziati della politica, di esperti a gogò, di professori di mandolino e, ahimè, soprattutto di giornalisti che hanno trinciato sentenze contro il Calcio Napoli, ‘reo’ di essere sceso a patti con gli ultrà, rappresentati a Roma da questo Genny ‘a carogna e di aver affidato a lui il compito di decidere se la partita si dovesse giocare oppure no? Ma perché continuano tutti a voler ignorare come sono andate realmente le cose? Eppure dovrebbero saperlo che nessuno ha chiesto al capo tifoso il permesso di giocare. Questa che continua a girare nell’etere come una tempesta è solo uno svolazzo di bugia, una bufala clamorosa. Falsità dette da chi mente sapendo di mentire. Come mai questi ciucci presuntuosi fanno finta di non sapere che il Napoli si è solo e giustamente attivato per far conoscere ai tifosi della curva come stessero realmente le cose, relativamente alle condizioni del ferito, per evitare atti sconsiderati che erano nell’aria? Adesso tutti parlano del capo tifoso e del suo ruolo di giudice, adesso tutti sono bravi a criticare chi è andato sotto la curva a parlargli, Hamsik compreso che da slovacco qual è, ovviamente abituato ad altri contesti, ad altre culture, ad altre civiltà, mi è sembrato, poverino, l’asino in mezzo ai suoni e che, comunque, ha generosamente messo a disposizione di tutti la sua faccia pulita e la sua cresta da guerriero indomito. L’avrebbero avuto questo coraggio i signorini che oggi, comodamente seduti e spesso vestiti in giacca e cravatta, trinciano sentenze, sparano a zero e criticano tutto e tutti? Il Napoli ha sbagliato a far parlare il giocatore ed alcuni suoi dirigenti con Genny ‘a carogna? E allora, ditemi: che cosa avrebbero dovuto fare gli organizzatori dell’evento? La Lega Calcio, che è responsabile di tutto quanto accadeva dentro e fuori dell’Olimpico, dov’era? E coloro i quali avrebbero dovuto evitare che i tifosi entrassero nello stadio con bombe carta e altri fuochi pirotecnici più o meno pericolosi, dov’erano? E a che cosa stavano pensando, invece, quelli che avrebbero dovuto curare un avvicinamento sicuro allo stadio e non sono riusciti ad impedire che lungo il percorso consigliato gruppi di tifosi del Napoli venissero in contatto con estremisti del tifo della Roma? Ed ancora: è possibile, mi domando, che nessuno tra gli organizzatori dell’evento abbia pensato di fare partire un annuncio, tramite gli altoparlanti, in cui si spiegava che il tifoso era stato ferito e veniva curato in ospedale e che erano false tutte le voci di altri morti, tra i quali un bambino, che si erano sparse a macchia d’olio nella curva nord tra i tifosi del Napoli? Si era creata una situazione che stava per diventare ingestibile. Se non ci fosse stato l’intervento responsabile, serio e misurato dei dirigenti del Napoli e del povero e spaesato Marek Hamsik, non oso pensare che cosa sarebbe potuto accadere sabato sera dentro e fuori lo stadio. Adesso i grandi moralisti, i saputelli, i professionisti della critica dicono che non si doveva trattare con Genny ‘a carogna. Peccato, però, che non dicano loro, i grandi esperti, come avrebbero risolto la questione. Pensare poi che i dirigenti del Calcio Napoli ed un giocatore slovacco che a stento parla l’italiano avrebbero dovuto contestare a colui il quale era realisticamente incaricato di rappresentare l’intera curva in fibrillazione ed in attesa di notizie, tutto ciò che è contenuto nella sua fedina penale, compresi i precedenti in tema di reati da stadio, significa davvero essere in male fede. Immaginate la scena. Bigon, Formisano, Lombardo ed Hamsik, in quella situazione drammatica, si rivolgono a Genny ‘a carogna, ammesso e non concesso che sapessero chi avevano di fronte, e gli dicono: “Amico, con te non parliamo perché sei un ultrà, hai precedenti penali, sei pieno di tatuaggi ed indossi una maglietta con una scritta di sostegno a chi è stato condannato per l’omicidio di un poliziotto. Siamo qui per rassicurare i tifosi sulle condizioni del ferito, però tu togliti di mezzo e facci parlare con un incensurato”. Non pensate, invece, cari soloni dei miei stivali – e mi rivolgo soprattutto a voi, gestori del potere calcistico e uomini politici che siete notoriamente capaci solo di abbaiare alla luna – che il difficile e delicato problema degli ultras e del tifo violento lo dovreste risolvere voi, con una legislazione seria che non siete mai stati capaci di mettere in piedi? O pensate davvero che le Società che non possono, non devono e non sanno farlo, debbano sostituirsi a voi per affrontare questo nodo? Ultima considerazione: ormai è chiaro che a Roma non si possono più giocare queste partite che richiamano grandi masse di tifosi di varie città e di varie estrazioni. Ogni volta che c’è un evento del genere, accadono incidenti e si rischia il morto. Cara Lega Calcio, facci il piacere, convinciti di dover tornare all’antico: finali di Coppa Italia e di Supercoppa con partite di andata e ritorno. Ognuno gioca a casa sua, senza tifosi ospiti al seguito e così stiamo tutti più tranquilli. Almeno fin quando quelli che comandano il calcio e la politica (e che hanno abbondantemente dimostrato di non saperlo fare) non si decidano a varare leggi nuove che contrastino finalmente sul serio questi fenomeni che una volta erano appannaggio di Inghilterra ed Olanda e che oggi si sono spostati definitivamente nel nostro Paese”.