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«Il primo a soccorrere mio nipote Ciro è stato proprio Genny ‘ a carogna»

genny a carogna«É stato proprio Genny, ‘a carogna il primo a soccorrere mio nipote». Francesco e Giuseppe Esposito, sono gli zii di Ciro, il ragazzo ferito ieri sera durante la partita. Sono un fiume in piena e decidono di parlare perchè dicono «sono state dette un sacco di sciocchezze su mio nipote che è un ragazzo onesto e lavoratore. Solo perchè abita e lavora a Scampia».

Come tutti gli altri familiari del giovane tifoso napoletano sono in attesa di notizie, davanti alla clinica San Pietro, dove è ancora ricoverato Ciro in condizioni gravissime. «Lo hanno soccorso con un’ora e mezza di ritardo, la pallottola lo ha raggiunto alla quinta vertebra e la situazione è davvero grave. Noi possiamo sperare solo in un miracolo. Ma la cosa più grottesca – aggiungono ancora gli zii – è che anche il suo aggressore ora è ricoverato proprio qui, nello stesso ospedale dove mio nipote sta lottando tra la vita e la morte».

Poi iniziano a rievocare quei tragici momenti che hanno preceduto l’aggressione. «Si è trattato di un vero agguato – dice uno degli zii – Mio nipote è una persona onesta, lavora in un autolavaggio a Scampia, un’attività del tutto in regola. Lui è arrivato a Roma con altri tifosi a bordo di due auto. Dopo aver parcheggiato sono scesi per andare allo stadio quando sono stati aggrediti da quest’uomo armato, che sembrava un naziskin. Aveva anche un tatuaggio con la scritta “Spqr”. Noi – aggiunge lo zio – siamo gente onesta. Io sono un ex sindacalista della Cgil e lui è il presidente dei ragazzi del muretto ed ex consigliere dei Democratici di sinistra. Ciro non ha niente a che fare con questi delinquenti. Però vogliamo precisare una cosa – concludono Francesco e Giuseppe Esposito – per amore della verità. Proprio questo Genny ‘ a carogna è stato il primo a dare soccorso a Ciro».

Il Mattino

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