Riccardo Bigon attuale direttore sportivo delCalcio Napoli è uno dei figli di Albertino Bigon ex tecnico azzurro nonché ultimo allenatore ad aver portato lo scudetto alle falde del Vesuvio; d’altra parte basta vedere due loro foto, una accanto all’altra, per notare quanto si somiglino.
Nato a Padova il 26 giugno 1971 ha alle spalle una carriera di difensore svoltasi tutta nel Veneto dal 1988 al 2003 avendo nel Padova, nel quale è calcisticamente cresciuto, il suo club più importante.
Laureatosi in Giurisprudenza, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha intrapreso la carriera di dirigente cominciando nella Reggina dove ha ricoperto il ruolo di team manager prima e direttore sportivo poi. A Reggio Calabria ha conosciuto Walter Mazzarri e non è un caso che l’arrivo dell’attuale tecnico dell’Inter sulla panchina del Napoli nell’ottobre 2009 sia stato immediatamente seguito dal suo.
De Laurentiis gli ha affidato le chiavi del mercato azzurro ricoprendolo, forse, di una responsabilità fin troppo gravosa; Bigon proveniva dalla Reggina, club non di prima fascia, e per quanto potenzialmente bravo non aveva certo l’esperienza ed il peso di Pierpaolo Marino o Italo Allodi tanto per citare due manager protagonisti negli anni d’oro del club azzurro. Rispetto ad allora, però, i tempi sono cambiati e non in meglio: la sentenza Bosman ha rivoluzionato le regole del mercato, i procuratori hanno molta più voce in capitolo, i diritti d’immagine sono sempre più al centro delle trattative.
Se poi ci mettiamo gli stessi calciatori che pretendono di ridiscutere ogni sei mesi contratti pluriennali ecco che l’attività di direttore sportivo non è delle più agevoli. E lo è ancor meno in una piazza come Napoli che pur essendosi stabilmente inserita nella elite del calcio italiano è da anni che cerca il colpo vincente per il definitivo salto di qualità.
D’altra parte, se ti poni l’obiettivo di vincere devi necessariamente trattare ed acquistare giocatori di un livello superiore offrendo loro proposte allettanti sia tecniche (e qui non è da sottovalutare l’ostacolo del non diretto accesso del Napoli alla Champion’s League) che economiche ed il Napoli sotto quest’aspetto ha poco da invidiare ai maggiori club.
Non è poi facile rendere conto del proprio lavoro ad un tecnico esigente come Benitez, il pluridecorato tecnico spagnolo con cui il Napoli ha deciso di aprire un ciclo. Come già visto all’Inter, Benitez non avrebbe problemi a salutare tutti se si accorgesse che la società non vuole o non può seguire i suoi dettami. Proprio la prossima sessione di mercato estivo si preannunzia particolarmente calda dato che se dopo il cambio di guida tecnica questo è stato un anno di transizione, l’anno prossimo si farà sul serio puntando decisamente allo scudetto. C’è l’arduo compito di sistemare prima il mercato in uscita e, secondo voci sempre più insistenti, il Napoli pare stia valutando alcune cessioni importanti. Occorre ricavare il massimo da queste operazioni diffidando da quegli operatori che inseriscono giocatori che magari non interessano per limare il prezzo.
E poi, come detto, convincere giocatori di qualità ad accettare le offerte tenendo presente che il calcio italiano non è più l’eldorado di un tempo.
La piazza è un po’ scettica su Bigon, sia a torto che a ragione. Fu magistrale il colpo Cavani messo a segno in quattro e quattr’otto dopo l’improvvisa cessione di Quagliarella. Inutile ripetere quanto l’uruguaiano abbia pesato nei suoi tre anni al Napoli e quanto sia stata forte la plusvalenza dovuta alla cessione. Cavani è stato poi sostituito da Higuaìn, non “cecchino” come il Matador, ma perfetto per lo schema offensivo di Benitez. Meno da incorniciare l’operazione Inler, lo svizzero non ha reso per quanto è stato pagato, così come l’acquisto del difensore Fernandez il quale, doppietta di Monaco a parte, non ha fatto vedere granché.
Resta da definire la questione Reina, in prestito dal Liverpool. Il portierone, sempre più leader in difesa, sarebbe l’ideale per un rilancio in Champion’s League e Benitez gli pagherebbe l’albergo pur di trattenerlo. Però c’è la tentazione Barcellona che ha capito quanto sia rischioso affidarsi alle mani di Pinto. Le sirene del Camp Nou sono notevoli e possono anche incidere sul calciomercato.
Antonio Gagliardi